Nadia Comaneci, il primo 10 perfetto della ginnastica artistica
3/18/2014
“It was the first time the world had seen perfect”.
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Alle Olimpiadi di Montreal del 1976, per la prima volta, viene assegnato ad una ginnasta un punteggio pari a 10. Quella ginnasta è la quindicenne Nadia Comaneci. Nadia nasce il 12 novembre del 1961 in un piccolo paese della Romania, dove nessuno poteva immaginare che il suo talento la avrebbe portata a diventare uno dei simboli sportivi del XX secolo. Nasce da papà Gheorghe, meccanico, e mamma Stefania, casalinga. La vita a Onesti scorre tranquilla: lande sconfinate, aria pulita, giochi all’aperto, pesca. E così trascorre anche l’infanzia di Nadia Comaneci. La sua carriera prende l’avvio quando è ancora una bambina e viene notata dai coniugi Bela e Marta Karolyi, alla ricerca di nuovi talenti per l’accademia di ginnastica di Onesti. Nadia impiega la ricreazione a eseguire ruote insieme alla sua amica Viorica Dumitriu, ed è proprio in una di quelle pause tra una lezione e l’altra che la sua vita cambia per sempre: occasionali spettatori dei suoi giochi infantili sono le persone giuste al momento giusto.
Intraprende
così la sua avventura all’accademia di Onesti sotto la rigida supervisione
dell’allenatore Bela. E’ una vita difficile, piena di privazioni e di regole,
che si staglia sullo sfondo di una Romania comunista, sempre vigile, sottomessa
alla ferrea dittatura di Ceausescu. I primi successi della promettente ginnasta
arrivano negli anni ’70, quando inizia a calcare le pedane internazionali e a
imporsi sulla scene europee e mondiali. Nel 1975 un importante risultato:
riesce a strappare il titolo europeo alla ginnasta russa Lyudmila Turischeva,
già campionessa nel 1971 e nel 1973, portando a casa quattro medaglie d'oro. Nadia avrebbe poi trionfato nuovamente
agli Europei nel 1977 e nel 1979, diventando la prima ginnasta a vincere tre
titoli consecutivi.
Il primo 10 alle Olimpiadi di Montreal del 1976 |
La vera svolta arriva nel 1976 con la partecipazione alle
Olimpiadi di Montreal. Nadia ricorda questa esperienza con grande sorpresa e stupore:
le capita di assaggiare dei cibi a lei sconosciuti fino a quel momento, di assistere
a spettacoli e attrazioni che non aveva mai visto, di conoscere tanta gente.
Bela, pur volendo concentrare l’attenzione mondiale sulla squadra rumena, cerca
di tenere le sue atlete lontane dai media e dalle tentazioni del mondo
consumista occidentale, ma Nadia rimane fortemente impressionata da tutto ciò
che i suoi occhi riescono a captare. Le Olimpiadi di Montreal hanno lasciato il
segno non solo nella vita di Nadia Comaneci, ma in tutto il mondo dello sport: non
era mai successo che una ginnasta ricevesse un punteggio pari a 10, la
perfezione. Nadia ottiene il primo nelle parallele asimmetriche per poi
replicarlo altre sei volte in quei Giochi olimpici storici che le fruttano tre
ori (concorso generale, parallele asimmetriche e trave), un argento (concorso a squadre) e un bronzo (corpo libero). Tuttavia, nessuno del suo staff si stupisce di
questa vittoria schiacciante, nemmeno la stessa Nadia: vincere era esattamente
quello che tutti si aspettavano da lei, quello per cui da anni si allenava e viveva
di regole. Nel 1977 un’altra conferma: due ori (concorso generale e parallele asimmetriche) e un argento (volteggio) agli Europei di Praga.
Il
ritorno in Romania segna l’inizio di un periodo molto difficile, quello dell’adolescenza.
E non c’è possibilità di utilizzare le cose materiali per lenire le difficoltà
poiché, al contrario di quanto si potrebbe pensare, l’aver rivoluzionato per
sempre il mondo della ginnastica non aveva reso più agiate le sue condizioni
economiche. Nadia si sente oppressa dalle competizioni e dalla pressione dei
giornalisti, non riesce ad allenarsi quanto vorrebbe e a contribuire al
successo della squadra come faceva in passato.
La Federazione decide dunque di
dividerla da Bela Karolyi e di trasferirla a Bucarest. La sua vita cambia
totalmente: il nuovo coach non è severo quanto Bela e Nadia si dedica a tutte
le attività che le erano state precluse fino a quel momento: dormire di giorno,
guardare film, andare in discoteca, mangiare gelati. La pubertà e la vita
sedentaria la portano ad ingrassare, e, ancora una volta, ad essere infelice.
Pochi mesi dopo il trasferimento, Bela bussa alla sua porta. Incaricato dal
governo di formare la squadra per i Mondiali di Strasburgo, decide infatti subito
di mettersi in contatto con la ginnasta di punta della nazionale, che riconosce
a stento. Nadia accetta di tornare ad allenarsi e gareggiare, e di riprendere
lo stile di vita che aveva abbandonato: ai Mondiali del 1978 ottiene un oro (trave) e un argento (concorso generale e volteggio), in quelli del
1979 un oro (concorso a squadre), a cui si aggiungono tre ori (volteggio, corpo libero e concorso generale) e un bronzo (trave) europei.
Nadia Comaneci alle Olimpiadi di Mosca del 1980 |
Il 1980 è l’anno delle controverse Olimpiadi di
Mosca, dove conquista due ori (trave e corpo libero) e due argenti (concorso generale e concorso a squadre). Nel 1981 viene convocata per un
tour negli Stati Uniti, durante il quale Bela diserta e approfitta per
trasferirsi oltreoceano; da questo momento anche lei inizia a pensare di
lasciare la Romania. Del resto la vita nel Paese di Ceausescu è molto dura: dopo
il ritiro dalla carriera agonistica, pur lavorando a Bucarest, Nadia, suo
fratello e sua madre riescono faticosamente ad arrivare a fine mese e a mettere
ogni giorno qualcosa in tavola. La decisione definitiva giunge nel 1989, quando
Nadia partecipa a una festa di compleanno a casa di amici e incontra dei suoi
connazionali che, attraverso mille peripezie, sono riusciti ad ottenere la
cittadinanza americana.
Così, una notte di novembre del 1989, Nadia Comaneci
attraversa il confine. Una notte tremenda, gelida, piena di terrore, ma
preludio di una nuova vita: con l’ausilio di Constantin, ormai esperto leader
del gruppo, molti giovani e vecchi, uomini e donne, ormai al limite della
sopportazione, avrebbero cambiato per sempre la loro esistenza. Nadia, star mondiale,
riceve una accoglienza particolarmente calorosa negli Stati Uniti e passa il
primo periodo a destreggiarsi tra trasmissioni televisive e interviste. Ben
presto si ricongiunge con Bela e incontra nuovamente un ginnasta americano che
aveva conosciuto durante il tour del 1981: Bart Conner. Viene invitata anche da
un vecchio amico, Alexandru, a Montreal, sede delle Olimpiadi del 1976 e teatro
di molteplici ricordi per Nadia. Poco tempo dopo, Alexandru e sua moglie
propongono a Nadia di trasferirsi nella loro casa, complice anche l’allontanamento
di Constantin.
Nadia accetta e inizia la sua nuova vita canadese, pacifica e
tranquilla, che ha avuto il merito ulteriore di aver favorito il suo
riavvicinamento al mondo dello sport: riprende ad
allenarsi e a praticare la ginnastica per tenersi in forma, non più per
competere ad alti livelli. Nel frattempo l’amicizia con Bart Conner si fa
sempre più stretta e, quando Alexandru muore in seguito ad un incidente, è lui
che Nadia chiama per sfogare la rabbia e per invocare aiuto. Grazie a Bart,
Nadia si trasferisce in Oklahoma e diviene portavoce degli eventi organizzati
da Paul Ziert, allenatore di ginnastica, e lo stesso Bart.
Nel giro di qualche
mese, Bart e Nadia iniziano una relazione, che li porterà a sposarsi nel 1996.
La proposta di matrimonio arriva nel 1994, poco prima di partire per la
Romania. Un viaggio intenso, quello di ritorno alla terra di origine: Nadia
teme di essere considerata una traditrice dai suoi compatrioti, visto anche il
recente acquisto della cittadinanza canadese, e non sa che situazione troverà
nella Romania ormai libera dalla dittatura, sa soltanto che è estremamente
felice di rivedere i suoi familiari. Inaspettatamente, la ginnasta ormai
trentenne riceve un’accoglienza trionfale dal suo popolo, tanto che il viaggio
da Bucarest a Onesti dura più del solito a causa delle ripetute tappe imposte
dai bagni di folla. Bart e Nadia decidono di sposarsi in Romania, prima con il
rito civile e poi con quello religioso.
Nadia Comaneci e Bart Conner oggi |
Attualmente i due coniugi sono ancora
insieme e hanno intrapreso una serie di attività nel mondo dello sport e della
beneficenza. Cosa dire per concludere un articolo così lungo, ma così breve,
sulla vita di una grande ginnasta, una sportiva, che ha
saputo vincere le difficoltà sia in pedana che nella vita, che è riuscita a
realizzare i suoi sogni e che non si è mai tirata indietro di fronte ad una
sfida? Sicuramente che è un esempio per tutti coloro che si sentono disorientati,
che pensano di aver perso la motivazione, che non sono felici della propria
esistenza. C’è sempre una possibilità di cambiare le cose, basta volerlo. E’
molto difficile, se non impossibile, arrivare al 10 perfetto, ma se puntiamo così
in alto, sicuramente in qualche modo saremo capaci di raggiungere un risultato
eccellente, in qualsiasi ambito. Grazie Nadia, la Romania è orgogliosa di aver
avuto tra i suoi personaggi di spicco un’atleta e una donna del tuo calibro.
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