Deborah Compagnoni, la leggenda dello sci alpino
3/03/2014
La sciatrice alpina italiana più vittoriosa di sempre, nonostante i numerosi infortuni, la prima a vincere tre ori olimpici in tre edizioni consecutive dei Giochi
Una carriera piena di infortuni la sua. Qualche rimpianto?
«No, gli infortuni ti aiutano a capire meglio chi sei, ti mettono a confronto con i tuoi limiti. A me hanno fatto capire che avrei dovuto mettere più attenzione nella cura del mio corpo» (intervista rilasciata il 25.02.2014 a Vanity Fair)
Deborah Compagnoni, la sciatrice alpina italiana più vincente della storia, la prima a vincere tre ori olimpici in tre edizioni consecutive dei Giochi. Deborah inaugura la sua carriera agonistica ad alti livelli a sedici anni, ai Mondiali juniores di Bad Kleinkirchheim (Austria) del 1986, dove vince la medaglia di bronzo in discesa libera. Tuttavia, solo due anni dopo, la rottura del ginocchio destro la costringe a un brusco stop e a un recupero lungo e difficile. Il primo podio in Coppa del Mondo arriva nel 1991, nel gigante disputato nel suo paese
d’origine, Santa Caterina Valfurva: è il primo della lunga serie che nel 1997
la porterà a conquistare la Coppa di specialità proprio in gigante.
Ai Mondiali la sciatrice riesce ad imporsi in due stagioni consecutive: a Sierra Nevada (Spagna) 1996 si aggiudica l’oro nello slalom gigante, mentre a Sestriere 1997 porta a casa l’oro nello slalom gigante e in quello speciale. Ma Deborah Compagnoni ottiene i più grandi successi alle Olimpiadi. Nel 1992 partecipa all’edizione di Albertville: “Io non volevo andare alle Olimpiadi, anche se nessuno ci crede. C’era stata una sorta di litigio che mi aveva fatto soffrire perché non capivo la situazione. Allora sono scappata, mi sono barricata in casa di mia nonna. Questa era la mia maturità a 21 anni (ride). E lì sono venuti a prendermi. Non avevo ancora compreso l’importanza delle Olimpiadi ed è per questo forse che sono arrivata tranquilla e ho vinto l’oro in super gigante. Poi il giorno dopo mi sono rotta il ginocchio. Questa ero io” ("I Signori dei Giochi", Cielo TV).
Deborah Compagnoni a Nagano 1998 |
Ai Mondiali la sciatrice riesce ad imporsi in due stagioni consecutive: a Sierra Nevada (Spagna) 1996 si aggiudica l’oro nello slalom gigante, mentre a Sestriere 1997 porta a casa l’oro nello slalom gigante e in quello speciale. Ma Deborah Compagnoni ottiene i più grandi successi alle Olimpiadi. Nel 1992 partecipa all’edizione di Albertville: “Io non volevo andare alle Olimpiadi, anche se nessuno ci crede. C’era stata una sorta di litigio che mi aveva fatto soffrire perché non capivo la situazione. Allora sono scappata, mi sono barricata in casa di mia nonna. Questa era la mia maturità a 21 anni (ride). E lì sono venuti a prendermi. Non avevo ancora compreso l’importanza delle Olimpiadi ed è per questo forse che sono arrivata tranquilla e ho vinto l’oro in super gigante. Poi il giorno dopo mi sono rotta il ginocchio. Questa ero io” ("I Signori dei Giochi", Cielo TV).
Deborah Compagnoni a Nagano 1998 |
L’infortunio ai legamenti è solo uno dei tanti che Deborah ha subito nella sua carriera, ma l’urlo di dolore in occasione quell’incidente è entrato nelle case degli italiani – e non solo – più di qualunque altro (Guarda il video). Ai Giochi di Lillehammer 1994, Deborah,
alfiera della delegazione italiana, - che annovera tra le sue file anche Alberto Tomba (Alberto Tomba, la "bomba" dello sci alpino), Stefania Belmondo (Stefania Belmondo, la più grande fondista azzurra di sempre) e Manuela Di Centa (Manuela Di Centa, fondista dei tempi d'oro) - conquista l’oro in slalom gigante e una maggiore consapevolezza di sé: “Per essere al top non basta il talento,
altrimenti non hai continuità. Lì l’ho capito” ("I Signori dei giochi", Cielo TV). Le Olimpiadi di Nagano 1998 regalano alla campionessa un oro in slalom gigante e un argento in slalom speciale: “I Giochi di Nagano hanno rappresentato per me il coronamento della carriera. Ero più matura e più consapevole. Sono andata lì per vincere e ho vinto” ("I Signori dei Giochi", Cielo TV). Con queste parole Deborah Compagnoni ripercorre la sua carriera olimpica, costellata di successi, ma anche di infortuni. E aggiunge: “Non mi sono mai sentita né importante né molto forte. Ero come ero. Avevo una tecnica che riusciva ad adattarsi alle diverse situazioni e infatti tutte le gare che ho vinto le ho disputate in condizioni meteo svantaggiose. Ho vinto delle medaglie importanti nella mia carriera, medaglie che mi hanno cambiata anche come persona” ("I Signori dei Giochi", Cielo TV).
Deborah Compagnoni e Alessandro Benetton |
Ecco la vera essenza di Deborah Compagnoni: una grande atleta e una grande donna, che è stata capace di arrivare sul gradino più alto del
podio, ma non per questo ha perso l’umiltà e la voglia di migliorarsi sempre,
gara dopo gara. Una sciatrice che ha dovuto fare i conti con tanti problemi fisici, tanti stop, senza mai mollare. Esempio di vita e di sport, dunque. Ora la sciatrice alpina più vittoriosa di sempre si gode la vita insieme al marito Alessandro Benetton - e ai tre figli Agnese, Luce e Tobias - dedica molto del suo tempo e delle sue risorse alla beneficenza - anche e soprattutto attraverso la Associazione ONLUS "Sciare per la vita, da lei fondata - e gestisce l'albergo "Baita Fiorita" a Santa Caterina Valfurva, tra le sue montagne, dove è stata tra l'altro inaugurata una pista che porta il suo nome e che è ormai tappa fissa della Coppa del Mondo di sci alpino.
Noi non possiamo che augurarti un futuro aureo, sulla falsariga della tua carriera sportiva, e dirti: grazie di cuore Deborah.
Noi non possiamo che augurarti un futuro aureo, sulla falsariga della tua carriera sportiva, e dirti: grazie di cuore Deborah.
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