Il tchoukball

7/18/2014

Disciplina che ricorda la pallamano, è stata dichiarata dall'ONU “sport a sostegno della pace e della fratellanza”



Nel 1971, il biologo svizzero Hermann Brandt presenta al Congresso della Federazione Internazionale di Educazione Fisica lo “Studio critico e scientifico degli sport di squadra”, mediante il quale inventa il tchoukball, una disciplina sportiva poco aggressiva, pacifica e accessibile a tutti. Ben presto, nasce un vero e proprio codice etico per gli atleti praticanti questo sport e inizia il processo di diffusione, tanto che alle Olimpiadi di Monaco del 1972 viene organizzata una partita dimostrativa.

Purtroppo, la morte dell’inventore comporta una battuta d’arresto nella promozione del tchoukball, ma negli anni Ottanta l’attività riprende in tutto il suo fervore e il tchoukball viene addirittura dichiarato dall’ONU “sport a sostegno della pace e della fratellanza”, a sottolineare l’intento con cui era nato. Le squadre sono composte da sette giocatori, che si sfidano su un campo, lungo tra i 26 e i 29 metri e largo tra i 15 e i 17 metri, all’interno del quale è possibile individuare le cosiddette “aree vietate”, semicerchi di tre metri di raggio collocate di fronte a ognuno dei due pannelli elastici che fanno da porte. Il gioco inizia con la rimessa da fondo campo e da quel momento la squadra in possesso di palla ha tre passaggi a disposizione per attaccare. Il punto si considera realizzato se la palla colpisce la porta avversaria e rimbalza in campo, ma fuori dall’area vietata. Se la palla, invece, viene afferrata al volo da un giocatore dell’altra squadra, quest’ultima passa in attacco senza che alcun punto venga segnato.
Il tchoukball, dunque, è uno sport ricco di particolarità: innanzitutto, si può segnare colpendo indifferentemente una porta o l’altra; in secondo luogo, i giocatori non possono intercettare la palla lanciata dalla squadra avversaria, né placcare o ostacolare corpo a corpo gli altri atleti, ma soltanto agire in difesa e cercare di prendere la palla al volo prima che questa cada nel campo dopo essere rimbalzata sul pannello. Ecco perché il tchoukball si caratterizza per essere un gioco molto veloce, del tutto privo – o quasi - di contatto fisico, pieno di finte e impegnativo dal punto di vista tattico, poiché la difesa deve essere predisposta alla perfezione. In Italia, le competizioni vengono organizzate dalla Federazione Tchoukball Italia (FTBI), che si occupa anche di promuovere questa specialità e la sua Carta etica, avente per i giocatori lo stesso valore di vere e proprie regole di gioco.


Fuori dalla nostra penisola, il tchoukball è lo sport nazionale del Taiwan, Paese dominante nelle sfide mondiali, ed è molto praticato in Svizzera, Regno Unito e Giappone. In conclusione, il tchoukball è una disciplina che nasce più con finalità etiche che strettamente sportive, ma che sicuramente nel tempo si è fatta portatrice di valori più ampi, fino a diffondersi e dare vita ad attività agonistiche ufficialmente riconosciute. E del resto, i principi basilari dello sport possono essere in qualche modo ricondotti al motto dell’inventore del tchoukball, Hermann Brandt, e sintetizzati in esso: “L'obiettivo delle attività fisiche umane non è di costruire campioni, ma piuttosto di contribuire alla costruzione di una società migliore”

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