Il ciclocross

7/10/2014


Disciplina ciclistica che, per la difficoltà dei percorsi, costringe gli atleti ad alternare pedalata e corsa a piedi



Il ciclocross nasce in Francia agli inizi del secolo scorso, grazie ad alcuni ciclisti che sentono la necessità di allenarsi anche in autunno e in inverno e scelgono percorsi non battuti, erbosi, sterrati, nei quali devono alternare pedalata e corsa per superare tutte gli ostacoli e le difficoltà. E così, prende vita l’immagine del ciclista che corre con la bicicletta sulle spalle, attribuita in particolare all’atleta francese Octave Lapize. Ben presto, complice la notorietà acquisita con l’organizzazione dei primi campionati nazionali francesi, il ciclocross si diffonde anche in Italia, Svizzera, Lussemburgo, Spagna e Belgio, diventando popolare soprattutto in quest’ultimo Paese.
La disciplina in questione consiste nel percorrere più volte un breve circuito di due o cinque km, che si snoda attraverso prati e boschi ed è caratterizzato da tratti fangosi, erbosi, sabbiosi, in ogni caso non agevoli da affrontare, salite e discese ripide, scalinate, stretti sentieri che consentono il passaggio di un atleta per volta, curve a gomito; pochi, invece, i tratti asfaltati.
Ciclocross
La particolare conformazione della pista fa sì che spesso i corridori siano costretti a scendere dalla bici e correre con il mezzo in spalla. Tuttavia, di solito, è possibile rimanere in sella per circa il 90% della gara. La bici da ciclocross è leggermente diversa da quella da corsa: più robusta e flessibile, gli pneumatici sono più resistenti e larghi e sono dotati di tasselli. L’abbigliamento è molto simile a quello del cronometro su strada, ma non per ragioni aerodinamiche: la funzione è quella di garantire una maggiore libertà di movimenti e di impedire che il body si impigli in rami e cespugli. Le scarpe, invece, sono quelle a sgancio rapido tipiche della mountain bike. Le competizioni sono regolate dalla Unione Ciclistica Internazionale (UCI) e il primo Mondiale è stato quello di Parigi del 1950, anche se, sempre nella capitale francese, si era già tenuta "Le Critérium International de Cross-Country Cyclo-Pédestre" nel 1924.

Hanka Kupfernagel
Dunque, uno sport molto interessante, nonché faticoso, ma che purtroppo possiede una tradizione consolidata soltanto in alcuni Paesi, quali Francia, Paesi Bassi, Lussemburgo. L’Italia, di tanto in tanto, ha avuto rappresentanti importanti, ma senza mai veramente affermarsi in ambito internazionale; Stati Uniti, Repubblica Ceca e Germania si stanno avviando verso una effettiva valorizzazione di questa specialità, la cui donna più medagliata è proprio la tedesca Hanka Kupfernagel con quattro ori mondiali. 

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