Il disastro aereo di Brema che scosse il nuoto azzurro

1/25/2016

Lo schianto avvenuto nel 1966 costò la vita a sette atleti italiani, a un tecnico federale e a un giornalista

Luciana Massenzi (a sinistra)


Era il 28 gennaio, per molti abitanti del bel paese un giorno come un altro, una casella in più da barrare sul calendario, una serata da passare davanti alla televisione in compagnia del Festival di Sanremo. Ma altrove, nei cieli della Germania, stava accadendo qualcosa che avrebbe segnato per sempre la storia del nuoto azzurro, rendendo remota la possibilità di dimenticare quella data. 

Alle 18.51 del 28 gennaio del 1966, il Convair Metropolitan della Lufthansa, partito da Francoforte e diretto a Brema, si schiantò al suolo durante la fase di atterraggio, causando la morte di tutti i 46 passeggeri a bordo. Tra questi c’erano sette nuotatori azzurri - quattro ragazzi e tre ragazze - accompagnati dal tecnico federale Paolo Costoli e dal telecronista Rai Nico Sapio. A perdere la vita in quel disastro aereo furono gli atleti Bruno Bianchi, Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Carmen Longo, Luciana Massenzi, Chiaffredo “Dino” Rora e Daniela Samuele. Promesse - o meglio certezze - del nuoto italiano, dato che ognuno di essi era in possesso di un palmares da fare invidia ai più grandi: titoli italiani assoluti, primati nazionali, record europei. I nostri giovani azzurri, di età compresa tra i 17 e i 22 anni, si stavano recando a Brema per partecipare ad un importante meeting internazionale, grazie al quale avrebbero avuto l’opportunità di confrontarsi con rivali provenienti da tutte le parti del mondo.

I Caduti di Brema
Le cause della tragedia non furono mai chiarite - condizioni meteorologiche critiche, scarsa visibilità, impianto di illuminazione mal funzionante, un malore del pilota etc. - quel che è certo è che il destino ebbe un ruolo fondamentale nell’incidente che travolse la delegazione italiana di nuoto diretta al meeting internazionale di Brema. I fatti: poiché il volo diretto in Germania era stato cancellato per la fitta nebbia su Linate, la squadra azzurra prese in considerazione l’idea di proseguire il viaggio in treno e poi in pullman, ma decise infine di imbarcarsi su un aereo della Swissair, il quale li avrebbe portati a Zurigo, permettendo loro di prendere le coincidenze per Francoforte e Brema. Tuttavia, gli atleti e gli accompagnatori arrivarono a Francoforte con un ritardo di 12 minuti, quanto bastava per perdere l’aereo che avevano già prenotato per Brema e che poi effettivamente giunse a destinazione. Furono dunque costretti a ripiegare sul volo successivo, che non raggiunse mai la città tedesca.

Foto da La Repubblica

Il meeting internazionale di Brema si svolse regolarmente, ma fu posto un drappo nero in corrispondenza delle corsie che sarebbero dovute essere occupate dai nuotatori italiani. Ai Caduti di Brema sono stati dedicati diversi monumenti - tra cui quello eretto allo Stadio del Nuoto del Foro Italico - e numerose competizioni - una su tutte la Coppa Brema, ossia il Campionato nazionale a squadre invernale di nuoto. Affinché non venga dimenticata una delle più grandi tragedie del mondo dello sport.

Monumento ai Caduti di Brema allo Stadio del Nuoto di Roma

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