Armin Zoeggeler, più veloce del vento

8/06/2014

Specializzato nello slittino, è il primo atleta nella storia olimpica a ottenere, nella stessa disciplina, una medaglia individuale in sei edizioni consecutive dei Giochi



Sochi 2014: sesta Olimpiade e sesta medaglia per Armin Zoeggeler nello slittino singolo. Il 9 febbraio 2014, l’atleta trentino ha conquistato il bronzo dietro al tedesco Felix Loch e al russo Demchenko ed è ufficialmente entrato tra le leggende dello sport, diventando il primo atleta nella storia olimpica a ottenere, nella stessa disciplina, una medaglia individuale in sei edizioni consecutive dei Giochi
. Armin Zoeggeler ha partecipato per la prima volta alle Olimpiadi nel 1994, a Lillehammer, dove si è classificato terzo. Da lì, una lunga serie di successi: argento a Nagano nel 1998, oro a Salt Lake City nel 2002, oro a Torino nel 2006, bronzo a Vancouver nel 2010 e, infine, bronzo a Sochi. Come lui, pochi altri. Ma il palmarès di Armin Zoeggeler non finisce qui. Fin da adolescente, lo slittinista di Merano ha mostrato una certa propensione per questa disciplina, vincendo la Coppa del Mondo juniores a soli sedici anni e portando a casa due ori e un argento in tre diverse edizioni dei Mondiali juniores (Sigulda 1993; Igls 1994 e Sapporo1992). Il passaggio alla categoria superiore non cambia il ritmo: Armin sale per la prima volta sul podio in Coppa del Mondo nella stagione 1992/1993, quella di debutto, e si piazzerà fra i primi tre ancora innumerevoli volte nella sua carriera, di cui cinquantotto sul gradino più alto.

Armin Zoeggler
La vittoria della Coppa del Mondo generale arriva nel 1998, nel 2000, nel 2001, nel 2004, nel 2006, nel 2007, nel 2008, nel 2009, nel 2010 e nel 2011, quindi ben dieci volte. Da non dimenticare, le partecipazioni a quindici Campionati mondiali, che gli hanno fruttato sei medaglie d’oro (singolo a Lillehammer 1995; singolo a Schönau am Königssee 1999; singolo a Calgary 2001; singolo a Sigulda 2003; singolo a Park City 2005; singolo a Cesana Torinese 2011), cinque d’argento (gara a squadre a Lillehammer 1995; singolo a Sankt Moritz 2000; singolo, gara a squadre a Igls 2007; singolo a Lake Placid 2009) e cinque di bronzo (gara a squadre ad Altenberg 1996; gara a squadre a Igls 1997; gara a squadre a Nagano 2004; gara a squadre a Park City 2005; singolo ad Altenberg 2012).

Armin Zoeggeler portabandiera a Sochi 2014
Infine, l’elenco va completato con le diciotto medaglie europee conquistate tra il 1994 e il 2014: quattro ori (gara a squadre a Schönau am Königssee 1994; singolo a Oberhof 2004; singolo a Cesana Torinese 2008; singolo a Sigulda 2014), sei argenti (gara a squadre a Oberhof 1998; gara a squadre a Oberhof 2004; singolo, gara a squadre a Winterberg 2006; singolo a Paramonovo 2012; gara a squadre d Oberhof 2013) e otto bronzi (singolo a Schönau am Königssee 1994; gara a squadre a Sigulda 1996; singolo, gara a squadre a Winterberg 2000; singolo ad Altenberg 2002; gara a squadre a Cesana Torinese 2008; gara a squadre a Paramonovo 2012; gara a squadre a Sigulda 2014). 
Grazie a tutti questi trionfi, Armin Zoeggeler si è guadagnato vari soprannomi (per esempio, “il Cannibale”, “lo Schumacher del ghiaccio” etc.), nonché diversi riconoscimenti: commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana nel 2002, promozione a grado di maresciallo dell’Arma dei Carabinieri, più di una medaglia d’oro al valore atletico del Coni, sportivo dell’anno della Gazzetta dello Sport nel 2011. È stato inoltre alfiere della delegazione italiana alle Olimpiadi di Sochi 2014, in occasione delle quali, Giovanni Malagò, Presidente del Coni, si è riferito a lui come al “più grande atleta di tutti i tempi nel suo sport”.

Sguardo "di ghiaccio" di Armin Zoeggeler
Di certo, una simile considerazione non deriva soltanto dai successi sportivi di Zoeggeler, ma anche dalle sue qualità personali: riservatezza, umiltà, spirito di sacrificio. Un uomo semplice, cresciuto con i valori veri della vita, spesso definito “di ghiaccio” per la sua apparente freddezza e per la sua conoscenza del ghiaccio, così importante nel suo sport. Ma Armin nasconde un cuore tenero, riscaldato soprattutto dall’affetto di sua moglie Monika e dei suoi figli Nina e Thomas, che, tuttavia, hanno il divieto di toccare le medaglie dell’atleta, custodite con gelosia nell’armadio.

Zoeggeler, dopo Sochi, si è preso qualche mese di riflessione, per giungere, infine, alla decisione di ritirarsi dall'attività agonistica: "Ho parlato con la mia famiglia, il gruppo sportivo Carabinieri, la Fisi, il Coni e naturalmente con i miei allenatori. Alla fine la decisione l'ho presa da solo". Nel 2015 è uscito il libro "Ghiaccio. Acciao. Anima", in cui Zoeggler racconta la sua vita al giornalista Simone Battaggia.  

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