Alpinismo e arrampicata

11/03/2015

Tutto quello che c'è da sapere - o quasi - su due discipline molto apprezzate da chi ama la montagna 




Il termine alpinismo indica la “attività sportiva consistente nell’ascendere le montagne ricorrendo a una specifica tecnica” (Enciclopedia Treccani). Tale tecnica è quella che permette il superamento degli ostacoli e comprende tutte le discipline relative all’ascesa di pendenze, dunque anche l'arrampicata nelle sue varie forme. Le difficoltà incontrate possono essere legate alla conformazione del terreno - come nel caso di pareti verticali – o a variabili ambientali – per esempio alta quota e condizioni atmosferiche – e variano a seconda della stagione e del tipo di paesaggio che si affronta.


Alpinismo


Si definisce arrampicata la scalata su roccia. Essa differisce dall’alpinismo poiché mentre lo scopo di quest’ultimo è il raggiungimento della cima di una montagna, quello dell’arrampicata è il superamento di una difficoltà su una parete naturale o artificiale attraverso la cura del gesto atletico. In base alle protezioni di cui è dotata una parete, l'arrampicata si distingue in classica e moderna; per le modalità di esecuzione, essa si divide invece in libera e artificiale: l'arrampicata classica o arrampicata d'avventura consiste nell’ascendere una parete mediante l’uso di ancoraggi tipo chiodi e nuts (blocchetti metallici incastrati nelle fessure grazie al cavetto metallico o di cordino di cui sono muniti); l'arrampicata moderna si avvale dei movimenti dell’arrampicata sportiva e si sostanzia nella salita di una parete dotata di protezioni fisse e sicure, alle quali, tuttavia, ai fini di un'assicurazione più ravvicinata, occorre talvolta aggiungere nuts oppure friends (attrezzi composti da quattro camme e usati per l'assicurazione in fessure larghe, a cui si adattano tramite delle molle); l’arrampicata libera o free climbing indica la salita di una parete senza utilizzare chiodi, spits (chiodi autoperforanti) o altri ancoraggi per la progressione e per il riposo, mentre il loro impiego non è escluso per la protezione dalla caduta; per arrampicata artificiale si intende qualsiasi tecnica che per la progressione comporti l'uso di chiodi, spits o nuts, attrezzature alle quali lo scalatore aggancia le staffe sui cui gradini poi poggia i piedi. 


Arrampicata


Alla classificazione appena proposta delle varie tipologie di arrampicata vanno aggiunte: l'arrampicata mista, che unisce sia la libera che l'artificiale; l’arrampicata sportiva, ovvero l'arrampicata libera praticata su brevi pareti naturali attrezzate o su strutture artificiali e caratterizzata da movimenti tipici, come, per esempio, bloccaggi, lanci, tallonaggi etc.; il bouldering, cioè l'arrampicata su massi non molto alti che non richiede l'uso della corda per assicurazione; il cascatismo, il quale ha assunto nel tempo una propria tecnica e una propria dignità e non è altro che l'arrampicata su una cascata di ghiaccio; il dry-tooling, che consiste nell’ascesa di pareti in cui il ghiaccio è misto alla roccia e utilizza tecniche di aggancio con due piccozze e con i ramponi. 


Cascatismo


Prima di intraprendere un’arrampicata o un itinerario alpinistico, è necessario conoscere le difficoltà a cui si va incontro. Il criterio utilizzato un tempo per determinare la portata degli ostacoli era quello della verifica, basato sulla conferma o meno da parte dei salitori delle difficoltà indicate dal pioniere del percorso. Tuttavia, nel tentativo di valutare con precisione la difficoltà, l'alpinista tedesco Willy Welzenbach elaborò nel 1926 una scala di sei gradi espressa in numeri romani, a loro volta specificati dai simboli “+” e “-” per i livelli intermedi. Tale sistema fu in seguito adottato ufficialmente dall’Union Internationale des Associations d'Alpinisme (UIAA), in particolare durante l'assemblea generale a Madrid del 1967, in occasione della quale il delegato spagnolo Félix Mendes-Torres e quello americano Fritz Wiessner proposero di adottare e migliorare la scala Welzenbach. Il VI grado era considerato il limite insuperabile delle possibilità umane, ma nel 1978 venne riconosciuto il VII grado e nel 1985 si decise di lasciare aperta la scala, accettando che il limite potesse essere ulteriormente spostato. 


Arrampicata su una parete artificiale


Le difficoltà dell’alpinismo e dell'arrampicata sono attualmente valutate in maniera diversa nei vari paesi del mondo e sono due le scale utilizzate in Italia: la prima è proprio la scala UIAA, che misura la difficoltà di un passaggio o di una lunghezza di corda sia in ambiente selvaggio che in ambiente sportivo, seppur con qualche adattamento; la seconda è la cosiddetta scala francese, che è adatta a valutare terreni con protezioni fisse e rappresenta la difficoltà complessiva di un tiro di corda utilizzando i numeri arabi dal tre al nove, seguiti dalle lettere minuscole “a”, “b” e “c” ed eventualmente dal simbolo “+” per i gradi intermedi. La tabella UIAA va dal I- all'XI+ grado e consta quindi di 33 gradini (I‒, I, I+, II‒, II, II+, III‒ etc.); la tabella francese parte invece dal 3a, giunge al 9a consolidato e comprende dunque 37 gradini (3a, 3a+, 3b, 3b+, 3c, 3c+, 4a, 4a+ etc.). Entrambe comunque sono aperte verso l'alto.

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