Michael Jordan, mai nessuno come lui

3/03/2016

Michael Jordan è stato molto più di un giocatore di basket, ha incarnato l’essenza di questo sport per tutta la sua carriera e anche oltre



“Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”. 

Le imprese compiute da Michael Jordan “MJ” sul campo da basket sono ineguagliabili, ma questa non è l’unica ragione per cui egli viene considerato il più grande giocatore di pallacanestro di tutti i tempi. Probabilmente non esiste una persona al mondo che non abbia mai sentito parlare di Michael Jordan, perché è l’emblema del basket, un’icona il cui nome è inciso a fuoco nella storia dello sport, una leggenda di cui vale la pena ripercorrere la carriera. 

Michael Jordan nasce a Brooklyn (New York) il 17 febbraio 1963, quarto di cinque figli. Poco dopo la sua nascita, i genitori James e Deloris decidono di trasferirsi con tutta la famiglia a Wilmington (Carolina del Nord), dove la futura stella dell’NBA intraprende gli studi e si approccia al mondo dello sport, ambito al quale inizia a dedicare gran parte delle energie, mettendosi in luce in diverse discipline. Il baseball è il primo amore sportivo di Michael Jordan, ma la sua carriera si interrompe anzitempo a causa di una struttura fisica non proprio possente che non gli permette di effettuare i lanci con la forza necessaria. Nel football americano lo attende una sorte più o meno simile: una lussazione alla spalla lo costringe a ritirarsi. 




Sebbene Michael Jordan avesse rivelato una propensione sia per il baseball che il football americano, è nella pallacanestro che egli mette a frutto il suo straordinario talento. Entra in contatto con il basket all’età di undici anni, quando suo padre adibisce il giardino di casa a campo da gioco, ma è al liceo che inizia a fare sul serio, diventando subito il migliore tra le file giovanili della Laney High School. L’ammissione nella prima squadra della scuola gli viene tuttavia concessa soltanto al quarto anno, quando raggiunge l’età giusta per farne parte e cresce notevolmente di statura, arrivando a 190 cm. Michael Jordan milita per due stagioni nei Laney Buccaneers e non passa certo inosservato, sia per le doti tecniche che per l’atteggiamento da leader, tanto da essere convocato per il McDonald's Invitational Tournament (l'All Star Game delle High School) ed essere ben presto definito come una delle più grandi promesse del basket americano. 

Il 1981 è l’anno del passaggio alla prestigiosa University of North Carolina (UNC), la cui squadra di pallacanestro è allenata da Dean Smith, allenatore dotato di un sistema di gioco originale e di una forte personalità. Michael Jordan si integra perfettamente nei Tar Heels e li guida al titolo NCAA del 1982, che consacra il cestista come vera e propria celebrità. La formazione del’UNC non riuscirà tuttavia a difendere il tanto ambito trofeo nei due anni successivi. Nel 1983 Michael Jordan entra a far parte della Nazionale statunitense, con cui quell’anno vince i Giochi panamericani e nel 1984 conquista la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles. Il 1984 segna anche l’abbandono del college e l’ingresso nel circuito NBA, dove viene selezionato dai Chicago Bulls. Conseguirà comunque la laurea nel 1986. 




Michael Jordan firma con i Chicago Bulls un contratto per sei anni dei valore di sette milioni di dollari, contenente la clausola “love of the game”, che gli consente di giocare a basket dove e quando vuole, senza correre il rischio di vedere il proprio contratto risolto in caso di infortunio dovuto ad attività diverse da quelle della squadra. Nello stesso periodo nasce inoltre il sodalizio con la Nike, che culmina nella creazione della linea “Air Jordan”, dedicata interamente a Michael Jordan. 




Quando Michael Jordan entra nei Chicago Bulls la squadra non è in buone condizioni, sia per l’allenatore che per i giocatori e per la struttura in cui si disputano le partite. Il cestista dimostra il suo immenso talento sin dalla prima stagione con i Chicago Bulls (1984-1985), segnando una quantità innumerevole di punti e rendendosi protagonista di azioni che sono rimaste nella storia. Non da meno è la potenza mediatica di Michael Jordan e anzi è ancora più incisiva: il palazzetto dove giocano i Chicago Bulls fa registrare il tutto esaurito, il 40% dei gadget venduti dall’NBA appartengono alla formazione rossonera, gli incassi della Nike relativi alla linea “Air Jordan” sono da capogiro. 




Michael Jordan è l’indiscusso trascinatore dei Chicago Bulls, motivo per cui viene spesso accusato di pensare solo a se stesso e non alla squadra. Del resto, gli altri elementi del gruppo non sono al suo livello. La terza stagione (1986-1987) in NBA conferma infatti che Michael Jordan è il migliore giocatore della Lega, teoria confortata dai risultati individuali e di squadra raggiunti dal Campione. Con i Chicago Bulls ha vinto sei titoli NBA, dando luogo a due “three-peat”, espressione che indica la conquista dell’anello di NBA per tre anni consecutivi. I Chicago Bulls hanno messo a segno la tripletta nel 1991, nel 1992 e nel 1993 e poi nel 1996, nel 1997 e nel 1998. Quanto ai premi individuali, Michael Jordan è stato eletto sei volte MVP delle finals (1991, 1992, 1993, 1996, 1997 e 1998) e cinque volte MVP della regular season (1988, 1991, 1992, 1996, 1998). A questo ricco palmarès si aggiungono quattordici partecipazioni all’NBA All-Star Game, ossia una competizione articolata in una serie di gare spettacolari e culminante con una sfida tra due squadre composte rispettivamente dai migliori giocatori della Eastern Conference e da quelli della Western Conference. Infine, due ori olimpici: quello di Los Angeles 1984 e quello di Barcellona 1992, l’Olimpiade del “Dream Team”, di cui Michael Jordan è il grande protagonista. 




Nel 1993 Michael Jordan subisce l’assassinio del padre e decide di ritirarsi, complice anche la mancanza di nuovi stimoli: “Ho perso ogni motivazione. Nel gioco del basket non ho più nulla da dimostrare: è il momento migliore per me per smettere. Ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Tornare? Forse, ma ora penso alla famiglia”. Prova a intraprendere una carriera nel baseball – l’altro suo grande amore sportivo - ma non ottiene i risultati sperati e nel marzo del 1995 annuncia il suo ritorno ai Chicago Bulls, con cui ottiene ancora ottimi risultati. Si ritira nuovamente nel 1998, per dedicarsi al golf e alla gestione della squadra di pallacanestro dei Washington Wizards. Nel 2001 torna a giocare proprio nei Washington Wizards, senza riuscire tuttavia a trascinare la formazione ai play-off. Si ritira definitivamente nel 2003. 


                                            












Michael Jordan è stato molto più di un giocatore di basket, ha incarnato l’essenza di questo sport per tutta la sua carriera e anche oltre, ha valicato i confini del campo da pallacanestro per imporsi in tanti altri ambiti: basti pensare al ricco merchandising legato alla sua figura e al film della Warner Bros intitolato “Space Jam”, nel quale recitava insieme ai cartoni animati Looney Tunes. Ma la lista sarebbe ancora lunga. Il tutto riassumibile in una parola: leggenda.



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