Lo sci alpino paralimpico

3/08/2014


Variante dello sci alpino praticata da atleti con disabilità fisiche o visive



Al suo interno si distinguono tre discipline: in piedi (standing), seduti (sitting) e disabili visivi (visually impaired), a loro volta articolate in più categorie a seconda del grado di disabilità. La prima specialità comprende gli sciatori che sono in grado di reggersi almeno su una gamba, anche grazie all’uso di protesi. In base alle necessità, possono essere utilizzati i bastoncini, uno solo o entrambi, ma possono essere utilizzati anche degli stabilizzatori caratterizzati dalla presenza di un piccolo sci all’estremità, che ha la funzione di aiutare a mantenere l’equilibrio. Le categorie in cui si articola la disciplina dello standing:

LW1 doppia amputazione sopra il ginocchio
LW2 sciatori con stabilizzatori
LW3 doppia amputazione sotto il ginocchio
LW4 sciatori con protesi
LW5/7 sciatori senza bastoncini
LW6/8 sciatori con un bastoncino
LW9 disabilità ad un arto

I tempi degli atleti vengono calcolati grazie a degli appositi fattori di conversione tenendo conto di tutti i suddetti elementi. Lo stesso meccanismo viene usato per le altre specialità.
Il sitting comprende quegli atleti che, a causa di paraplegia o doppia amputazione, non sono in grado di reggersi e dunque si avvalgono di un monosci e di stabilizzatori. Esso si articola in:
LW10 paraplegia grave
LW11 paraplegia lieve
LW12 paraplegia lieve con qualche funzionalità agli arti inferiori; doppia amputazione sopra il ginocchio

I disabili visivi, infine, si dividono in tre gruppi:
B1 ciechi totali
B2 ipovedenti gravi
B3 ipovedenti lievi

Essi gareggiano preceduti da una guida, che dà loro indicazioni vocali sulla pista. Anche in questa categoria la tecnica di calcolo del tempo viene modulata a seconda delle condizioni dell’atleta.
Nello sci alpino paralimpico si disputano tutte le gare previste per lo sci alpino, cioè discesa libera, super gigante, slalom gigante, slalom e supercombinata. L’attività agonistica internazionale è organizzata dal Comitato Paralimpico Internazionale, che si occupa anche delle classificazioni degli atleti in base al grado di handicap, con la consapevolezza che l’obiettività assoluta non potrà mai essere raggiunta. Il motto del CPI è Spirit in Motion, ideato per esprimere la forza di volontà di questi ragazzi e le loro motivazioni, che dovrebbero essere di esempio per tutti nei momenti di difficoltà e che mostrano chiaramente come lo sport possa donare speranza e futuro a chi pensava di averli persi per sempre.

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