Pietro Mennea, la "Freccia del Sud"

6/05/2014


Record del mondo nei 200 metri, quattro lauree, umili origini ma grandi sogni: questo e molto altro è "la Freccia del Sud"




La “Freccia del Sud” è un soprannome che sintetizza perfettamente le origini pugliesi di Pietro Mennea e il suo straordinario dono per la velocità. Ma Pietro Mennea è stato molto più di un atleta: conseguendo ben quattro lauree (scienze politiche, scienze motorie e sportive, giurisprudenza, lettere), lo storico duecentista si è assicurato la possibilità di svolgere attività politica, insegnare, praticare la professione di avvocato e commercialista, scrivere saggi. Una figura tanto eclettica quanto leggendaria, dunque; un personaggio esemplare, che mostra con estrema chiarezza come sia possibile raggiungere l’eccellenza e dare il proprio personale contributo non soltanto in un unico settore. Certamente, talenti come Mennea sono rari, ma possono costituire uno stimolo per quanti amano cimentarsi in più di una disciplina e tentano di conciliare studio e sport. Pietro Mennea nasce a Barletta il 28 giugno 1952 da una famiglia modesta: papà sarto e mamma casalinga, genitori di altri quattro figli. La carriera sportiva inizia nella società della sua città natale, la stessa con cui nel 1968 debutta nelle competizioni nazionali. Il 1971 è l’anno della svolta internazionale: il diciannovenne Pietro si trasferisce a Formia, dove è allenato da Carlo Vittori, e partecipa agli Europei, ottenendo un terzo posto nella staffetta 4x100 metri e un sesto posto nei 200 metri. Nel 1972 prende parte alle Olimpiadi di Monaco di Baviera e conquista una medaglia di bronzo nella sua specialità, i 200 metri. L’oro arriva agli Europei di Roma del 1974, durante i quali riesce a raggiungere anche un secondo posto nei 100 metri, dietro al suo rivale storico Borzov, e nella staffetta veloce. Nonostante una forma fisica non perfetta, Pietro Mennea, spinto dai tifosi, decide di partecipare alle Olimpiadi di Montreal del 1976, dove ottiene “solo” due medaglie di legno: nei 200 metri e nella staffetta 4x100 metri. A Praga, nel 1978, la Freccia del Sud si conferma campione europeo nei 200 metri e vince la medaglia d’oro anche nei 100 metri; nello stesso anno, conquista il gradino più alto del podio nei 400 metri agli Europei indoor.

La "Freccia del Sud"
Il 1979, l’anno storico: Pietro Mennea partecipa alle Universiadi di Città del Messico come studente di scienze politiche e batte il record del mondo nei 200 metri, concludendo la gara con un tempo di 19.72 secondi. Bisognerà attendere diciassette anni (Michael Johnson nel 1996) per vedere superato questo traguardo. Le Olimpiadi di Mosca del 1980 gli fruttano un oro nei 200 metri e un bronzo nella staffetta 4x400, ma nel 1981 Pietro Mennea decide di ritirarsi. Torna sui suoi passi e partecipa agli Europei e alla prima edizione dei Campionati Mondiali a Helsinki del 1983, dove si piazza terzo nei 200 metri e secondo nella staffetta 4x100. Il 1984 è l’anno delle Olimpiadi di Los Angeles, portatrici solo di un settimo posto. A questo punto, ancora una volta decide di ritirarsi, per poi tornare nuovamente sulle scene come alfiere alle Olimpiadi di Seul del 1988, durante le quali, tuttavia, lascia la competizione subito dopo la prima batteria. Al suo ritorno in Italia, Pietro Mennea racconterà di aver accettato un trattamento di doping durante le sue ultime Olimpiadi, ma di aver avuto delle crisi di coscienza così forti da indurlo al ritiro definitivo. Questo episodio conferma la purezza della personalità, nonché la modestia della Freccia del Sud, un ragazzo partito da una realtà disagiata, ma capace di arrivare fino al gradino più alto del podio alle Olimpiadi.

Pietro Mennea con Usain Bolt
Dal punto di vista tecnico, Pietro Mennea aveva una partenza relativamente lenta, ma progressivamente durante la gara accelerava fino a raggiungere velocità straordinarie e superiori a quelle degli altri atleti. Questa caratteristica lo ha sicuramente penalizzato nei 100 metri, ma gli ha permesso di raggiungere ottimi risultati nei 200 metri e nelle staffette, nelle quali partiva già lanciato. Quello che è certo è che, una volta preso il via, nulla poteva fermare la Freccia del Sud, nella vita come nello sport. Dopo il ritiro dalla carriera agonistica, Pietro Mennea ha svolto la professione di libero professionista e si è dedicato all’attività politica; ha scritto un libro, “Il doping e l’Unione Europea”, in cui ha denunciato con parole molto dure questo fenomeno; ha creato la “Fondazione Pietro Mennea”, Onlus con finalità filantropiche, culturali, sportive. Eclettismo da vendere, insomma.
Pietro Mennea con Sara Simeoni
Un grande contributo è provenuto da sua moglie Manuela Olivieri, avvocatessa, dalla quale non ha avuto figli. Storica è anche la sua sincera amicizia con la saltatrice in alto Sara Simeoni (Sara Simeoni, sempre più in alto), che del loro rapporto ha detto: “La fatica che abbiamo condiviso. Le rivincite che ci siamo presi. Ci allenavamo insieme a Formia in solitudine e con pochi mezzi. Quando mi demoralizzavo guardavo dall'altra parte della corsia dove correva Pietro. Mi dava coraggio. Non ce lo siamo mai detto, ma credo che in quel deserto di tutto, senza parametri, senza aiuti, senza niente e con la paura di sbagliare, siamo stati di stimolo l'uno per l'altra”. (intervista a "La Repubblica" del 22 marzo 2013) E quando Pietro Mennea se n’è andato, l’atleta lo ha ricordato con queste parole: “Io e Pietro lavoravamo lontano dai riflettori. Eravamo due atleti fuori moda. Lo siamo rimasti. Caparbi, sinceri, due che non si adeguano. Lui anche più di me. Siamo cresciuti in un mondo meno asettico, dove c'era più spazio per essere veri. Quando abbiamo smesso non ci hanno mai coinvolti nello sport. Troppo spigolosi, poco comunicativi” (intervista a "La Repubblica" del 22 marzo 2013).

L'attore Michele Riondino nei panni dell'atleta nella fiction
"Pietro Mennea - La Freccia del Sud"
Pietro Mennea è morto il 21 marzo 2013, a 60 anni, in una clinica a Roma a causa di un male incurabile ed è stato sepolto al cimitero Flaminio. Il 29 e il 30 marzo 2015 è andata in onda su Rai Uno una fiction che racconta in forma romanzata la sua vita. La Freccia del Sud continua a vivere nel cuore e nel ricordo degli italiani, non solo di quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di essere loro amici, e di quelli che hanno assistito dal vivo alle sue vittorie, ma anche di quelli che, appassionati di sport, vedono Pietro Mennea come una leggenda, un esempio, un pezzo di storia, che continuerà a rimanere tale fino alla fine dei tempi, quando anche l’ultimo dei suoi record verrà ampiamente battuto. Grazie di tutto Pietro.

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