Pattinaggio di figura, l’aggressione a Nancy Kerrigan

4/17/2014


Una feroce aggressione con lo scopo di mettere temporaneamente KO la maggiore esponente del pattinaggio di figura americano



Nancy Kerrigan, la punta di diamante della nazionale americana di pattinaggio di figura degli anni Novanta, viene aggredita e colpita con una sbarra al ginocchio destro il 6 gennaio del 1994, dopo una sessione di allenamento. L’obiettivo è chiaro: metterla fuori gioco prima dei Campionati nazionali e delle Olimpiadi invernali di Lillehammer. Le indagini rivelano che dietro l’aggressione si nasconde Jeff Gillooly, ex marito della storica rivale della Kerrigan, Tonya Harding, la seconda donna al mondo dopo la giapponese Midori Ito ad eseguire un triplo axel in una competizione ufficiale. Tonya Harding nega di aver ideato l'attacco, nonostante le accuse del suo ex partner e dei suoi quattro complici.

Tonya Harding

Sebbene un numero sempre maggiore di sospetti si annidi su Tonya Harding, la pattinatrice di Portland riesce comunque ad aggiudicarsi il titolo nazionale e a vincere l'opposizione della Federazione americana, che vuole negarle la partecipazione ai Giochi olimpici. Tonya Harding minaccia infatti di intentare una causa legale miliardaria nei confronti della Federazione e ottiene di non farsi revocare la convocazione olimpica. Ma la Harding non è l'unica a strappare il pass per Lillehammer 1994, poiché, in virtù degli ottimi risultati riportati precedentemente e dei motivi che non le hanno consentito di partecipare alle qualificazioni, anche a Nancy Kerrigan viene concesso di partire alla volta della Norvegia per la rassegna a cinque cerchi.

Nancy Kerrigan

Alle Olimpiadi di Lillehammer 1994 il destino si mostra ancora avverso a Tonya Harding, che ha già dovuto accettare l'idea di condividere l'avventura olimpica con Nancy Kerrigan. La bionda americana, da molti ritenuta colpevole dell'aggressione alla sua rivale, sbaglia completamente il primo salto del programma libero e in lacrime si presenta davanti ai giudici, lamentando un problema ai lacci del pattino destro e chiedendo di ripetere l'esercizio. Il permesso le viene accordato, ma la classifica finale le riserva l'ottavo posto. Nancy Kerrigan, ripresasi a pieno dalla contusione all'incavo del ginocchio destro, riesce invece a concludere la gara olimpica in seconda posizione dietro all’ucraina Oksana Bajul. E' l'ultima competizione a cui prende parte.


Nancy Kerrigan sul secondo gradino del podio (a sinistra)

Nel marzo del 1994 Tonya Harding dichiara che era al corrente del piano di aggredire Nancy Kerrigan. Attraverso l'ammissione di favoreggiamento, Tonya Harding ottiene che la pena venga patteggiata e che la procura non la condanni per reati più gravi. Del resto, le conseguenze delle sue azioni sono già abbastanza pesanti: tre anni di libertà vigilata, 500 ore di lavoro socialmente utile, 100.000 euro di multa, 50.000 euro da devolvere in beneficenza ad atleti paralimpici e 10.000 euro di spese processuali. Inoltre, viene radiata dalla Federazione americana. Negli anni successivi si dedica ad altre attività, quali musica, cinema e boxe, sebbene con scarsi risultati. Così, con l’uscita di scena trionfale di Nancy Kerrigan e l’inizio di una serie di sconfitte per Tonya Harding, si chiude una delle vicende più oscure - in tutti i sensi - dello sport.



Nel luglio 2015 viene annunciato che la rivalità tra le pattinatrici americane diventa un'opera rock firmata dall'autrice Elizabeth Searle e portata in scena dal regista David Alpert"Tonya e Nancy, la Rock Opera". Nel 2017 esce il film "Tonya", diretto da Craig Gillespie, che racconta la vita di Tonya Harding (interpretata da Margot Robbie), dagli albori fino alla fine della sua carriera, senza tralasciare l'aggressione a Nancy Kerrigan.

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